ANNUNCIO FONDAZIONE ASSOCIAZIONE DEL SANTO AMATO
Cari fedeli, la venerazione del nostro Santo patrono, innalzato agli onori degli altari il 23 Novembre 2014, da Papa Francesco, ci spinge a fondare l’Associazione a Lui dedicata -14-04-2016
“Santo Amato Ronconi di Saludecio”
Essa si prefigge lo scopo di:
≈ diffonderne la conoscenza della vita, delle opere, della spiritualità e dei miracoli da Lui intercessi;
≈ promuovere giornate di studio, di convegni e di pubblicazioni sulla sua figura;
≈ collaborare con le comunità locali, civiche e religiose;
≈ avere rapporti con Enti, movimenti, confraternite e, in particolare, con i Terziari Francescani;
≈ collaborare con quanti condividono tali finalità.
Nel solco della secolare tradizione, i soci fondatori si impegnano gratuitamente nel segno della pace e della fratellanza per costituire una comunità migliore.
Informiamo che è già attivato il tesseramento per il quale ci si può rivolgere a:
Maura Merli, Gianni Cristiani, Carlo Cervellieri e al Presidente Giorgio Galvani.
Via: XXIV Giugno 1859, n.2 - cap: 47835 - Saludecio, RN - Italia
info: santoamatoronconi@gmail.com
SANTO AMATO RONCONI
O Dio, Padre Onnipotente, che concedesti al Beato Amato innumerevoli grazie, e lo hai scelto come strumento fedelissimo per aiutare i poveri e come modello di vita umile, illuminata dal Vangelo, donaci di accogliere la sua testimonianza di fede sperimentando lo stupore della preghiera, la gioia del servizio, la libertà dalle cose, la vita come cammino.
Concedi a noi, se è tua volontà, di ottenere, per sua intercessione, quanto supplichiamo dalla Tua misericordia...
Padre nostro, Ave Maria, Gloria.
Con approvazione ecclesiastica
C'è un momento, nella vita di questo Beato, nel quale risaltano con singolare evidenza i caratteri ed i contrasti di quel secolo ricco di fede e di opere, di santità ed anche di avidità, che fu il Duecento. Il contrasto è qui impersonato da due giovani fratelli della famiglia Ronconi, di Saludecio in Romagna, non lontano da Rimini. Il primo, Girolamo, pensa agli affari ed al guadagno. Il secondo, Amato è l'altro volto della società del secolo: quello di San Francesco e di San Domenico, dei Poverelli e degli Umiliati, dei Pellegrini e dei Terziari.
Perfino il matrimonio, che per il fratello maggiore è una specie di contratto d'affari, per Amato è un impegno gra¬ve e delicatissimo, perché obbliga ad una difficile rinun¬cia: quella della castità, così cara a Dio. Proprio per evitare il matrimonio e per non ce¬dere alle lusin¬ghe della cognata, che gli voleva far togliere in sposa la propria sorella, il giovane Amato abbandonò la casa del fratello, deludendo le due donne e suscitando il loro cieco risenti¬mento.
Si ritirò in una costruzione solitària, nella quale, insieme con una devota sorella, istituì un ospizio per i pellegrini, che ancora esiste a Saludecio. La sua vita fu allora impostata sulla preghiera e sulla penitenza, sul lavoro e sulla carità.
Abbiamo parlato di San Francesco e dei Terziari. Il giovane Ronconi, ritirandosi a vita religiosa, seguì, quasi istintivamente, l'antica e gloriosa Regola di San Benedetto, che aveva per motto, come si sa, «Ora et Labora». Ma a questa impostazione spirituale e materiale della sua vita che seguiva la tradizione benedettina, Amato volle aggiungere l'impegno del Terzo Ordine Francescano, testimoniando ancora una volta di essere, in tutto e per tutto, figlio del suo secolo ed aperto ai richiami ed ai fermenti del suo tempo.
Le due donne, che egli aveva deluso e scorrucciato, non mancarono di rendergli la vita difficile. Dissero, per esempio, che era diventato pazzo. Ma doveva essere un pazzo eccezionale se una volta, nell'intervallo di un lavoro che egli compiva insieme con altri braccianti per guadagnare di che aiutare il suo ospizio, fu sorpreso da un ragazzo nel bosco, sollevato da terra nell'estasi di una preghiera.
Neanche questo miracolo scoraggiò le due donne, che sparsero l'orribile calunnia di rapporti infamanti tra Amato e la propria sorella. Questa volta fu il messo che lo convocava in Tribunale per discolparsi ad essere testimone di un altro prodigio.
Entrato nella cella del Beato, vide Amato che si spogliava, prima di infliggersi, per penitenza, una flagellazione e, spogliandosi, appendeva le vesti ad un raggio di sole che entrava dalla finestra ed attraversava dorato tutta la stanza. Davanti a questi prodigi, davanti a quell'esempio di vita, le punte della calunnia finirono per spezzarsi. E il Beato Amato, dopo aver accolto nel suo ospizio tanti pellegrini, volle farsi egli stesso pellegrino. Allungò via via la portata dei suoi devoti viaggi: Rimini, San Marino, Assisi, Roma, fino a partire alla volta di San Giacomo di Compostella, nella lontana Spagna.
Quello di Compostella era, come abbiamo detto altre volte, uno dei pellegrinaggi universali del Medioevo. Ogni fedele sognava di potersi recare almeno una volta, prima di morire, a pregare sulla tomba dell'Apostolo. Amato di Saludecio compì quel pellegrinaggio per ben quattro volte in pochi anni, in mezzo ai pericoli e disagi d'ogni genere.
Aveva da poco iniziato il quinto pellegrinaggio verso Santiago, quando un angelo gli apparve e lo consiglio di ritornare al natio paese, perché prossima era la sua fine. Non era ancora vecchio, perché era nato nello stesso anno in cui, ad Assisi, moriva San Francesco, cioè nel 1226. Il suo trapasso, avvenuto verso il 1292, fu lieto e sereno. Ebbe tempo di praticare con maggiore perfezione, nella sua cella quasi monastica, gli insegnamenti della regola benedettina; in favore dei Benedettini redasse il suo testamento, che è stato ritrovato poco tempo fa, lasciando loro tutti i suoi beni.
Ma proprio in questo testamento, il «religioso e onesto uomo Amato», seguace della Regola di San Benedetto e benefattore dei suoi monaci, si definiva, per unico titolo, «Terziario di San Francesco». Quasi a richiamare ed a sottolineare i caratteri spirituali emersi soprattutto in quel secolo, di cui il venerato figlio della Romagna, onore di Saludecio, era dégno rappresentante.
Piero Bargellini
Lapide commemorativa per la Santificazione
di Amato Ronconi
LE GENTI DI SALUDECIO,
COMMOSSE E A DIO RICONOSCENTI,
RICORDANO IL GIORNO DI GRAZIA
-23 NOVEMBRE 2014-
IN CUI PAPA FRANCESCO
INNALZÒ AGLI ONORI DEGLI ALTARI
IL CONCITTADINO E PATRONO
AMATO RONCONI
-SALUDECIO, 1226 - 8 MAGGIO 1292-
AGRICOLTORE, PELLEGRINO,
UOMO DI CARITÀ, DI FEDE,
DI PREGHIERA, DI PENITENZA,
MISTICO E TAUMATURGO.
TALI PAROLE, SCOLPITE NELLA PIETRA,
CONSEGNANO ALLE FUTURE GENERAZIONI
LA PERENNE MEMORIA.
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La Pia Unione del Santo Amato
La Pia Unione del Santo Amato, è stata eretta con decreto del Vescovo di Rimini in data 28 Aprile 1919 col preciso scopo di promuovere la diffusione del culto del Patrono. Nel tempo, ha promosso in molteplici attività spirituali e materiali; in particolare, per giungere alla causa di canonizzazione, raggiunta il 23 Novembre 2014, in Roma, con la solenne proclamazione al titolo di Santo da Papa Francesco.
I vantaggi spirituali per gli iscritti sono:
≈ Una santa Messa celebrata all’Altare del Santo ogni giovedì di fine mese alle ore 20.30.
≈ Sante Messe e funzioni speciali nelle feste solenni del Santo durante il mese di Maggio.
≈ Preghiere di suffragio nelle funzioni parrocchiali del mese di Novembre.
La Pia Unione infine si adopera perché la Famiglia dei devoti del Santo possa farsi sempre più numerosa.
PIA UNIONE AMATO RONCONI
Via Roma, 2 - 47040 Saludecio - Rn - Tel. 0541/982100
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